Si arricchisce di sempre nuovi punti di vita il dibattito sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, tra chi ritiene che possano essere uno strumento e chi è invece del tutto contrario si registra il parere di Sting
Nel corso delle ultime settimane l’intelligenza artificiale con il suo utilizzo in ambito artistico è diventata argomento di discussione tra numerosi musicisti e attori. Il punto di vista di alcuni è che i software per lo sviluppo di idee possa essere non solo ammesso, ma addirittura creativo.
Sting critica l’uso dell’intelligenza artificiale
Altri non ammettono assolutamente questo genere di utilizzo. E lo stanno combattendo con forza impugnando anche il concetto di proprietà intellettuale che, al momento, per definizione, non si può applicare a un’opera che non è opera di intelletto ma di un software. E dunque artificiale.
Proprio due giorni fa Tom Hanks, due premi Oscar come miglior attore protagonista per Philadelphia e Forrest Gump, si è detto curioso delle applicazioni di IA in ambito cinematografico: “I software potrebbero accedere alla mia banca di espressioni e farmi recitare anche molto tempo dopo che io sarò morto – ha detto l’attore – ma resta un problema serio quello della proprietà di quella faccia e di quella voce. Che appartiene ovviamente all’attore…”
Sting sotto questo aspetto non è assolutamente d’accordo.
“Mancherebbe l’elemento umano”
In una lunga intervista concessa a Music Week il fondatore dei Police ha definito l’uso di IA noioso e per nulla creativo: “Ho visto diversi film che hanno utilizzato l’intelligenza artificiale, li ritengo un esercizio inutile e poco creativo. Perché so che in quel momento l’attore non vede il mostro, che è generato da un computer e che nessuna delle imprese che compiono è reale. Anzi… non è nemmeno vicina al concetto di recitazione che per definizione è interpretare qualcosa nella sua completezza. In ambito musicale questo è anche peggio. Gli algoritmi gestiscono una gran quantità di informazioni, ma manca la più importante. L’elemento umano”.

“Mai visto una macchina con l’anima”
Sting è convinto che l’intelligenza artificiale sia semplicemente uno strumento di marketing. E che il suo impiego nelle arti non abbia alcun futuro: “Molti vanno a fare la guerra ad artisti perché alcuni dei loro accordi ricordano una vecchia canzone – ha detto Sting riferendosi al recente caso di Ed Sheeran accusato, e prosciolto, dall’accusa di plagio – e nessuno pensa al fatto che l’intelligenza artificiale di fatto un plagio. Le macchine non scrivono canzoni. Non possono scrivere libri. Sono esperienze molto personali e umane. Elaboreranno e confonderanno le idee di altre fino a renderle verosimili. Ma mai vere. Scrivere musica è un lavoro per l’anima. E non conosco macchine che ne abbiano una. Una macchina non crea. Elabora la creazione di altri”.
Sting sarà in concerto a Mantova (11 luglio, piazza Sordello); Stupinigi (12 luglio, Sonic Park), Roma (14 luglio, Auditorium) per il suo tour dedicato alle grandi canzoni del suo repertorio solista e con i Police. La sua scaletta presentata negli Stati Uniti presenta una ventina di canzoni, un terzo delle quali dei Police (Roxanne, King of Pain, So Lonely, Walking on the Moon, Every breath you take tra le altre) aprendo lo show con Message in a Bottle per chiuderlo con uno dei suoi grandi successi solisti, Fragile. Il tour europeo si aprirà da Bilbao il 1 giugno.