Sanremo, amarcord: Daniele Silvestri 1995 – 2002

Vent’anni sono già un tempo importante per capire cosa è cambiato nella musica italiana. Un cambiamento lieve, la musica che viene proposta sul palco del Festival di Sanremo: quanti ne sono passati? Alcuni hanno piacevolmente fatto il bis, il tris. Altri hanno fatto molto di più. Perché a quel palco ci si affeziona, nasce un legame di sangue che in molti neppure capiscono. Nel 1995, 18 anni fa appunto, Daniele Silvestri munito di un megafono ideale dava inizio a un suo percorso. La crisi del 7° anno non lo intaccò, perché nel 2012 portò con sè un ballerino a fargli compagnia, dando vita ad uno dei motivetti che ancora oggi si fanno ricordare per melodia e – cosa strana per il Festival – coreografia a corredo. Riviviamo quei due momenti, in attesa del 2013…

GUARDA LE FOTO DI DANIELE SILVESTRI

C’era una volta…

Iniziava proprio così il giovane e volenteroso Daniele Silvestri da Roma la sua avventura sanremese. Era il 1995 e portava sul palco di Pippo (Baudo) un grido di protesta contro tutti i soprusi: “Uniamo le voci! Giustizia! Progresso! Adesso! Adesso!“. Una canzone sugli uomini solitari, che a volte si rassegnano e a volte no. Una sorta di prologo involontario rispetto a quello che sarebbe accaduto su quello stesso palcoscenico, sette anni dopo. Intanto, ascoltate come inizia la favola…

Dal 1995 al 2013: analogie…

Dal 1995 al 2002. Cambia tutto, cambia il look di Daniele, cambiano le luci, cambia la valletta. Il palco di Pippo (Baudo) resta sempre lì. In attesa che qualcuno trovi la voglia di salire. Un messaggio di speranza, “una bella canzone, un fatto innovativo…“, queste le parole del presentatore al termine dell’esibizione. Una trovata – geniale, considerato che all’epoca di youtuber matti neppure l’ombra… – e Fabio Ferri che si distingue come presenza simpatica e tutt’altro che “stonata”.
Quest’anno, così pare a giudicare dai rumors, Daniele tornerà a Sanremo con due brani che ricalcano – a grandi linee – i due precedenti del ’95 e del 2002: il primo “A bocca chiusa” parla di scioperi e di manifestazioni, mentre il secondo “Il bisogno di te” è sì una canzone legata a qualcuno, ma dal ritmo coinvolgente. Scanzonata proprio come questa…

Impostazioni privacy