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Roger Waters e l’antisemitismo: comunità ebraica attende le scuse

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Qualche giorno fa avevamo commentato il gran concerto di Roger Waters allo Stadio Euganeo di Padova. Definendolo concetto, più che concerto. Un’idea, un’opera rock con la storia dei Pink Floyd sullo sfondo e un muro di mattoni in caduta libera a far da contenitore. Alle spalle dell’evento una disavventura (forse un eufemismo chiamarla così) per il celebre chitarrista: lo show romano di qualche giorno prima aveva fatto notizia per la Stella di David proiettata sulla riproduzione di un maiale, animale considerato impuro dai precetti Kosherut. Conseguenza? Diversi spettatori di religione ebraica preferirono abbandonare l’Ippodromo di Capannelle in segno di protesta.

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“THE WALL” A PADOVA – GUARDA IL VIDEO

Sarà stata una gaffe, un segno di inciviltà, d’ignoranza o di cattiva “educazione”. Questo non ci è dato saperlo. L’unica certezza è che la Stella di David proiettata sul maiale non ha fatto piacere alla comunità ebraica (numerosa, tra l’altro) presente al concerto di Waters. Adesso la richiesta, che non stupisce, è una richiesta di scuse immediate.

Antisemitismo e “The Wall”: chi l’avrebbe mai detto?

Sensate e comprensibili le dichiarazioni – raccolte da Il Messaggero – del presidente Maccabi Italia, Vittorio Pavoncello: “The Wall è un’opera antimilitarista e pacifica, ma non basta dire di essere antisemiti, come ha fatto Waters, perché l’esibizione di un simbolo religioso, della stella di David, su un maiale, ha un chiaro significato offensivo“.

Il controllo della scaletta

Una richiesta di scuse avanzatata dal portavoce degli ebrei romani, Fabio Perugia, che va anche oltre e guarda al futuro: “Questa esibizione dovrà essere da esempio per il futuro: il fatto che venga una grande star, non significa che non debba rendere conto a nessuno di ciò che avviene nel suo show“. Un fatto che, come si dice in gergo, farebbe giurisprudenza: un precedente capace di scatenare una piccola novità per i concerti di musica dal vivo, ovvero la necessità di conoscere per filo e per segno la scaletta di un evento di grande portata, proprio come quello di “The Wall” e Roger Waters. Interessante, ma difficilmente accadrà. E, forse, caso specifico a parte, è meglio così.

(foto by kikapress.com)

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