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Roger Waters risponde su Facebook alle accuse di antisemitismo

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Roger Waters e il maiale volante. Il bassista lo usa nello show dal 2010: rappresenta “il male, in questo caso il male portato da qualunque tipo di governo che commette errori“. La risposta alle accuse, una risposta colma di precisazioni e riferimenti. Sia chiaro, la Comunità Ebraica di Roma rimane fuori da tutto questo. Waters, in una lettera aperta pubblicata su Facebook, affronta le accuse di antisemitismo che lo hanno nuovamente riguardato negli ultimi giorni, difende a spada tratta il suo tour e il suo essere, facendo solo riferimento al Festival di Werchter (Belgio), evento dello scorso 20 luglio.

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La vicenda belga era e rimane analoga rispetto a quella romana, a proposito dell stella di David proiettata sul maiale. Le reazioni del rabbino Abraham Cooper furono fortemente critiche: “Waters odia apertamente gli ebrei“, le dichiarazioni apparse sulla stampa locale. Unendo a ciò l’invito agli altri artisti di mostrarsi sdegnati “per il suo anti-semitismo e per il suo bigottismo“. E mettendoci il carico, “Roger Waters è un nazista“.

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Pronta, tagliente, ficcante la risposta dell’artista sulla propria pagina Facebook. E’ un fiume in piena, pur utilizzando la tecnica della pacatezza. Giudica “bigotte e pazze, oltre che “risultanti in un delirio interamente prevedibile” le parole di Cooper. Una dopo l’altra, l’ex Pink Floyd precisa tutto quanto possa “scagionarlo” da accuse che – a conti fatti – paiono essere infamanti, perché lontane dalla realtà. “La Anti-Defamation League ha già stabilito che il mio lavoro non ha intenzioni anti-semite: nello show uso anche il crocifisso, la mezzaluna, la falce e martello, il logo della Shell e del McDonald’s, il simbolo del dollaro e quello della Mercedes“.

Un Waters che ci tiene a rimarcare il suo forte legame con amici di religione ebraica o di cittadinanza israeliana, compreso il nipote di Wiesenthal, senza contare una nuora di religione ebraica. “Essendolo lei – rivolgendosi a Cooper – lo sono anche i miei nipoti, come lei mi insegna“.

A parte il capitolo-nazismo (“mio padre è morto in Italia, combattendo contro i nazisti, conosco bene, purtroppo, alcuni dettagli orrendi sui crimini odiosi commessi nel nome di quella sporca ideologia“), Waters torna definitivamente sull’argomento principe, oggetto delle critiche mossegli anche dalla Comunità Ebraica Romana: “La Stella di David rappresenta Israele e le sue politiche (…), ma protestare pacificamente contro le politiche domestiche ed estere di Israele non vuol dire essere anti-semiti“.

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