Emma @ Notte della Taranta: “Ho dato senza riserva…” [VIDEO]

“Lu Rusciu te lu Mare”. Emma protagonista assoluta alla “Notte della Taranta“. Canta una storia d’amore impossibile sul palcoscenico di Melpignano. Un canto popolare, nato a Gallipoli molti secoli fa, che narra della relazione tra una nobildonna e un soldato. Era un’epoca in cui nessuno poteva sottrarsi al proprio ruolo e ai propri doveri. La Notte della Taranta 2013, senza nulla togliere alle edizioni precedenti, ha riservato qualcosa di magico: pubblico calorosissimo e artisti perfettamente calati nel ruolo. Non solo la Marrone di bianco vestita e saltellante come un folletto, ma anche Niccolò Fabi (pregevole ballerino di pizzica) e Max Gazzè

L’amore impossibile di Emma che canta “Lu Rusciu te lu Mare” con una carica incredibile, immedesimandosi nel cuore e nell’anima dei protagonisti di una storia d’amore impossibile. Lei che ha sempre vissuto i sentimenti in maniera viscerale, lei che durante la notte si lascia andare a una confessione social:

Entusiasmo a Melpignano. La Notte della Taranta è un turbinio di emozioni, un cerchio infuocato colmo di sorprese. Stupisce la straordinaria agilità con cui Niccolò Fabi riesca a dilettarsi nella danza tradizionale: un ragazzino sul palcoscenico salentino. Poi Max Gazzè: la sua interpretazione della famosa Pizzica di San Vito coinvolge a 360°, energia allo stato puro. A far da collante, invero elegantissimo, è stato il Maestro Giovanni Sollima: con il suo violoncello diventa tutt’uno con lo strumento, note celestiali, ritmate, ad alta vibrazione per il cuore e per la mente.

Gazzè viene accompagnato sul palco da Piero Balsamo e da una ballerina: brano a due voci, taranta caldissima, tanto quanto il pubblico di Melpignano. Anche Max – così come Niccolò – sembra cittadino del luogo, non si prende troppo sul serio, batte le mani, appare sereno e determinato. “Re del Live”, come in altre occasioni si mette anche a dirigere l’orchestra durante le pause del canto. Diverte e si diverta, “tra cori di zuccheri e limoni”. Bravo lui, brava tutta l’Orchestra Popolare.

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