Tullio De Piscopo: Canto d’Oriente racconta i popoli in fuga

Tullio De Piscopo: Canto d'Oriente racconta i popoli in fuga

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Tullio De Piscopo: Canto d’Oriente è il secondo estratto da “50. Musica senza padrone – 1965/2015”. Dal 26 gennaio in radio. Il nuovo inedito mette a confronto due generazioni unendo la nuova tendenza della musica italiana, il rap, con lo stile inconfondibile di De Piscopo. Un solo messaggio che arriva dritto a tutti, affrontando i temi dell’emergenza dei popoli in fuga da terre provate da guerre, genocidi, e dall’integrazione etnica.

Il pezzo è stato composto da Tullio prestando come sempre grande attenzione alle tragedie che accadono nel mondo: ed è così infatti che nasce “Canto d’Oriente”, scritto già 7 anni fa assieme a Matteo Di Franco, arrangiato da Tullio De Piscopo e Carlo Giardina, con le percussioni di Tony Esposito e l’Orchestra Shubert di Milano, e con la voce rap di Ivan Granatino. “I nostri occhi – dice De Piscopo- vedevano i popoli che abbandonavano i loro Paesi in guerra. I genocidi, guerre etniche, lo sterminio dei monaci tibetani“. Realtà che purtroppo ancora oggi affollano le cronache di tutto il mondo.

“50. Musica senza padrone – 1965/2015” (Warner Music Italy) è il triplo cd di Tullio De Piscopo, disponibile dal 13 novembre, pubblicato in occasione dei 50 anni di carriera dell’artista. Il cofanetto raccoglie la “summa” della produzione di Tullio De Piscopo, che con il suo stile unico è riuscito a portare la batteria, dall’ultima fila del palco al centro della scena, divenendo protagonista, icona riconoscibile e riconosciuta del panorama jazz e pop internazionale.

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