Nuove critiche per il Festival di Sanremo 2017: dopo le accuse degli esclusi Jalisse, Renato Zero, senza dimenticare le critiche di Beppe Vessicchio e Zucchero, arrivano anche alcune dichiarazioni di Manuel Agnelli, leader degli Aftehours…
Anche Manuel Agnelli degli Aftehours si scaglia contro il Festival di Sanremo: “È la rappresentazione di un’Italia che non ci piace e di un modo di fare spettacolo che svilisce qualsiasi tentativo di commistione con il mondo culturale – ha dichiarato il leader della band attraverso un’intervista a Robinson, inserto domenicale di Repubblica – Non la controcultura della controcultura. Il niente. Che è molto più potente. Infatti abbiamo continuato tutti a guardarlo. Sanremo, come l’Italia, non si cambia. Bisognerebbe fare una rivoluzione ma sarebbe destabilizzante per tutti. Cambiarlo è come montare un paio di gambe lunghe su uno dei nani che accompagnano le ballerine e fare finta sia alto. Cambiarlo sarebbe inaccettabile per i farisei della cultura che dal Festival continuano a essere rassicurati sulla loro intelligenza”.
Secondo il cantante non serve cambiare il Festival, ma crearne uno nuovo che nasca già contaminato e che sia in grado di rappresentare ogni parte musicale del nostro Paese con totale libertà . Il gruppo ha partecipato alla kermesse canora di mamma Rai nel 2009 con il brano Il paese è reale, eliminato al primo turno, ma vincitore del Premio della Critica Mia Martini: “Quando mi chiedono se lo rifarei non ho dubbi nel rispondere – ha concluso Agnelli – Certo cari. Ma solo se conviene. Solo se conviene“.
E cosa dire di Zucchero che sarà ospite della finale della sessantasettesima edizione, nonostante dichiarazioni rilasciate al Corriere: “Non ha più senso, non rispetta più né la cultura né la musica. Non voglio sputare nel piatto dove mangio, ma faccio un discorso da musicista. Trovo datata e molto latina l’idea che ci siano vincitori e sconfitti. E poi mi domando che senso abbia scrivere la canzone apposta per l’occasione. Ravera, il patron degli anni d’oro, rischiava. Cercava gente fuori dal coro”.

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