Pierino Munari, addio al grande batterista: musica in lutto

Il mondo della musica piange la scomparsa di Pierino Munari, grande batterista chiamato ‘l’uomo dal polso d’oro’ e colonna portante della musica da film, che a settembre avrebbe compiuto 90 anni. La sua morte risale ad alcuni giorni fa, ma la famiglia ne ha dato l’annuncio solo nelle scorse ore. La sua carriera rivive nel ricordo di Ennio Morricone e Tullio De Piscopo,

Il grande batterista Pierino Munari è morto. Nato a Frattamaggiore (Napoli), all’anagrafe Pietro Commonara, avrebbe compiuto 90 anni a settembre. La sua scomparsa risale ad alcuni giorni fa, ma la famiglia ne ha dato l’annuncio solo lunedì 15 maggio. Definito “l’uomo dal polso d’oro”, è stato una colonna portante della musica da film. Queste sono alcune pellicole a cui ha collaborato per la colonna sonora: Ultimo tango a Parigi, C’era una volta in America, Amarcord, 8½, Papillon, Il sorpasso, Sacco e Vanzetti, Una giornata particolare, Anonimo veneziano, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La battaglia di Algeri, I soliti ignoti, C’era una volta il West, Giú la testa, Divorzio all’italiana, Polvere di stelle, Nell’anno del Signore, Dramma della gelosia, Uccellacci uccellini.

Ha lavorato anche per la Tv, la Radio e la discografia, diventando tra i batteristi più richiesti ed affidabili della grande famiglia della RCA Italiana (memorabili le sue performance con Mina). Ha collaborato con tutti i più celebrati artisti italiani (da Johnny Dorelli a Lucio Dalla, da Paul Anka, Neil Sedaka a Rita Pavone e Gino Paoli, da Renato Carosone a Milva da Gianni Morandi a Lelio Luttazzi). Batterista nel primo tour mondiale di Domenico Modugno, Munari ha partecipato (come elemento d’orchestra) a sei edizioni del Festival di Sanremo, ad innumerevoli del Festival di Napoli e ai principali festival jazz internazionali. Più recentemente, ha fatto parte dell’orchestra del Maestro Pregadio, anche nella trasmissione televisiva La Corrida, condotta da Corrado.

“La morte di Pierino Munari mi rattrista profondamente. E’ stato un grande percussionista e ha lavorato con me parecchi anni”, cosi Ennio Morricone ha commentato la scomparsa del musicista. “Quando le nostre strade si separarono, sentii la sua assenza, sia dal punto di vista umano che artistico, perché ha rappresentato un momento importante della mia vita professionale. Era una persona perbene, affettuosa. Mancherà, ne sono certo, a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Credo di avergli dato tanto, ma anche lui ha dato tanto a me”. A ricordarlo oggi è anche un altro grande maestro delle percussioni, Tullio De Piscopo: “Pierino fa parte della mia infanzia e, in qualche modo, ha influenzato anche la mia storia. È stato davvero uno di famiglia e lo vedo tutti i giorni: salgo le scale di casa, infatti, e osservo sempre una foto che lo ritrae con mio padre Giuseppe alle percussioni, mentre Gloria Christian canta Cerasella in un Festival di Napoli di fine Anni Cinquanta al Teatro Mediterraneo, quando allora c’era il primo palco girevole del mondo, con Carletto Esposito direttore d’orchestra. Era una bella persona, non l’ho mai sentito criticare un collega (cosa assai rara nel nostro ambiente). Era da un po’ che non ci vedevamo, ma era sempre un piacere ritrovarci a cena a Roma, dove abitava. Come musicista era straordinario, è stato il primo batterista partenopeo che ha portato il suo sapere oltre la Campania. È riuscito, tramite la musica, a far conoscere ovunque il ritmo dei napoletani”.

Photo credits: Ufficio Stampa

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