George Winston ci ha lasciato: addio al gigante del pianoforte che curava la gente

Dopo una lunga malattia George Winston, uno dei più grandi pianisti di sempre, ci lascia a 73 anni con un immenso patrimonio di musica

Basterebbe fare una breve ricerca on line. E tra le canzoni di persone che affrontano un lungo percorso di cure con la musicoterapia troverete sicuramente qualcosa di George Winston.

George Winston, un patrimonio musicale immenso

Winston, uno dei più grandi pianisti viventi, si è spento a 73 anni dopo una lunghissima malattia con la quale combatteva da oltre dieci anni. Il musicista è morto nella sua casa di Santa Cruz, in California, domenica scorsa. La notizia è stata resa nota e confermata solo poche ore fa.

La sua eredità è un patrimonio musicale immenso, variegato ed estremamente ampio che lo ha visto collaborare per anni con alcuni dei più grandi musicisti del mondo. Anche se il suo grande contributo è stato soprattutto con i suoi album individuali: classici, introspettivi, ricchissimi di riferimenti di grande cultura musicale.

Un bambino prodigio nonostante la dislessia

Aveva 73 anni, ha venduto oltre 15 milioni di dischi anche se paradossalmente la sua popolarità più grande è arrivata dallo streaming, quando i dischi cominciavano a non vendersi più.

George Winston è stato quello che si dice un bambino prodigio. Nato nel Michigan si è trasferito piccolissimo nel Montana e qui ha iniziato a prendere lezioni di pianoforte, incoraggiato da sua madre, che suonava l’organo e cantava nel coro della chiesa. In casa ascoltava jazz, blues, il folk e il country. E questa curiosità sarebbe stata una delle grandi caratteristiche della sua carriera.

Gravemente dislessico, a volte incapace di distinguere lettere e numeri, Winston era fenomenale su qualsiasi strumento. Dopo poche settimane padroneggiava la tastiera e contemporaneamente riusciva a suonare tromba, chitarra, persino il violino.

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George Winston nella foto ufficiale diffusa dal suo ufficio stampa – Credit Ufficio Stampa (VelveMusic)

I primi dischi al pianoforte

Un talento immenso che lo porta a scrivere molta, moltissima musica. Incide i suoi primi album negli anni ’70 ma è con la tetralogia delle stagioni, nei primi anni ’80, che comincia a incontrare il suo primo successo. Pubblica in rapida successione quattro album capolavoro… Autumn, Winter Into Spring, Summer e December. Gli studenti lo studiano come un fenomeno di rottura rispetto alla dilagante musica elettronica: il mondo vuole ballare, Winston lo fa ragionare.

È un uomo per tutte le stagioni: meravigliosi i suoi arrangiamenti di canti folk natalizi che affronta da solo, con il suo pianoforte a coda. Diventa il miglior pianista della sua generazione. Ma lui comincia ad appassionarsi ad altro. La sua curiosità prende il sopravvento.

Collaborazioni di alto livello

Suona con Miles Davis, Chick Corea, George Gerschwin, fa amicizia con un musicista lontanissimo da lui per estro e indole: Frank Zappa. Nel frattempo scrive musica straordinariamente suadente, emotiva e intensa. Lo spunto gli arriva da un’amica che fa l’insegnante di sostegno per bambini psichicamente deboli gli ha chiesto qualcosa di adeguato. Nasce la musicoterapia: qualcuno scriverà che con Winston è nata la vera musica New Age che esploderà come una moda dirompente negli anni ’90.

Continuerà a produrre musica in quantità industriale esplorando il rock, il country, il blues. Uomo di grande generosità ha sempre legato le sue esibizioni a cause benefiche. A ogni concerto dona parte dei suoi incassi a senzatetto e banche alimentari locali. Suona per la ricerca sul cancro. Attivista delle cause ambientali raccoglie moltissimi soldi per la Louisiana, devastata dall’Uragano Katrina e istituisce una fondazione per la difesa degli alberi della sua foresta del Delta.

George Winston, la malattia e la terapia

Nel 2012 i primi malesseri. Gli diagnosticano un cancro. Si cura, subisce più interventi chirurgici e un trapianto di midollo. Le metastasi lo aggrediscono: lotta, resiste. E continua a suonare, incidere e girare il paese… “Finché posso suono, ho sempre detto che la musica è una cura. Figuriamoci se proprio io non faccio terapia…” dichiarò nel 2017.

I suoi album sono considerati una pietra miliare della musica strumentale americana, ogni disco un omaggio ad aspetti eterogenei che Winston riusciva a fondere come nessun altro. Musica classica, jazz, folk, ambient e new age

Da Meryl Streep a Charlie Brown

Tra le sue cose più belle una meravigliosa collaborazione con il premio Oscar Meryl Streep. In The Velveteen Rabbit è il suo pianoforte ad accompagnare la voce narrante dell’attrice nel classico di narrativa per bambini scritto da Margery Williams. Ma anche This Is America, Charlie Brown, una miniserie in otto parti sulla storia americana animata dai personaggi dei Peanuts di Charles M. Schulz. Il suo album Forest ha vinto un Grammy nel 1994 come miglior album New Age. Ha fondato e gestito una sua etichetta, la Dancing Cat Records, con la quale pubblicava artisti semisconosciuti: chitarristi hawaiani, percussionisti di strada, musicisti semianalfabeti.

Oggi decine di migliaia di persone si rilassano e recuperano il proprio equilibrio emotivo senza psicofarmaci e con le cuffie nelle orecchie. E magari non sanno che la loro terapia… è George Winston.

Questa la variazione sul celeberrimo Canone di Pachelbel suonata dal vivo e incisa per December

Il tema di Cast Your Fate to the Wind di Vince Guaraldi

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