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Placebo, Brian Molko denunciato da Giorgia Meloni: queste le motivazioni

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Il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha dato mandato ai suoi avvocati di denunciare il cantante dei Placebo Brian Molko, ecco perché

Il rapporto tra Brian Molko, cantante, fondatore e autore dei Placebo, e il nostro paese, è sempre stato piuttosto controverso con numerosi episodi che in passato hanno fatto notizia e in qualche caso destato scalpore.

Questo, però, li supera tutti. Come noto e già documentato, durante il loro concerto al Sonic Park Festival nel parco di Stupinigi, a Torino, Molko qualche settimana fa era intervenuto a gamba tesa sui nuovi sviluppi politici italiani che hanno portato al governo la coalizione di centrodestra rappresentata dal primo ministro, Giorgia Meloni, la prima donna presidente del Consiglio dei ministri nella storia della Repubblica italiana.

Placebo, Brian Molko vs Giorgia Meloni

Le parole di Brian Molko, espresse peraltro in un discreto italiano, non potevano essere fraintese. Il controverso cantante ha pesantemente insultato la Meloni definita – letteralmente – “un pezzo di m**** fascista e razzista”. L’argomento si è chiuso con un insulto, il classico ‘vaffa’ di fronte a un pubblico di oltre 10mila fan. Le conseguenze sono state immediate.

La Procura di Torino ha aperto un’inchiesta sulle parole di Molko, poche ore dopo alcuni amministratori locali sardi hanno cercato di fermare il concerto che i Placebo avevano in programma a Sassari, il 1 agosto scorso sottoponendo il comune capoluogo a un’interrogazione “…se fosse ancora opportuno concedere spazio alla rock band inglese dopo gli insulti al primo ministro e al governo italiano registrati a Stupinigi”.

I Placebo, cinque date in Italia a luglioI Placebo, cinque date in Italia a luglio
I Placebo, cinque date in Italia l’ultima a Sassari – Credits ANSA (VelvetMusic.it)

Al contrario il concerto in programma allo stadio Vanni Sanna di Sassari si è tenuto regolarmente di fronte a oltre 5mila persone e senza ulteriori incidenti. Molko non si è lasciato andare ad altre dichiarazioni, limitandosi a eseguire una dopo l’altra le 19 canzoni inserite nella scaletta, la stessa già vista nelle nostre date italiane precedenti per uscire dal palco dopo un’ora e mezza di concerto, non un minuto di più.

Il precedente di Sanremo

Nel frattempo, però, gli avvocati sono al lavoro. Lo staff del premier Giorgia Meloni non ha voluto commentare la questione, che resta dunque nell’ambito privato del primo ministro. Così come i portavoce di Molko che per la verità non è nuovo a esternazioni che, in passato, lo avevano già messo in difficoltà.

La controversa esibizioen di Molko a Sanremo, nel 2001

Molko, 50 anni, nato in Belgio da una madre scozzese e un padre con radici italiane, era passato alla storia durante il festival di Sanremo del 2001 per avere dato in escandescenze sul palco dell’Ariston.

Furioso perché gli avevano fatto montare gli strumenti di palco per farlo cantare in playback dopo due sound check, Molko distrusse i suoi stessi amplificatori con il manico della sua Fender. La gente ovviamente non capì e cominciò a fischiare insultandolo. Lui se ne andò dal palco con un inchino e un gestaccio, non ripreso dalle telecamere, mentre in sala stampa il solito politico a caccia di consensi chiedeva ai giornalisti chi avrebbe pagato i danni. Ignorando che l’amplificatore distrutto era proprio quello di Molko.

La querela per diffamazione

Il codice penale italiano punisce con una multa fino a 5mila euro chiunque diffami pubblicamente la Repubblica e le sue autorità istituzionali. Tra le quali il governo, il parlamento, i tribunali e l’esercito. Secondo la legge italiana, alcuni casi di diffamazione possono avere un rilievo penale e comporterebbero anche una pena detentiva.

La band fin dall’inizio del suo ultimo tour ha chiesto con molta insistenza ai propri fan di abbandonare i telefonini ed evitare di riprendere e fotografare il concerto con i propri cellulari per non essere motivo di fastidio non solo per la band ma anche per tutti gli altri spettatori punto una presa di posizione molto radicale condivisa da diversi altri artisti.

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