La battaglia (surreale) tra Al Bano e Michael Jackson

Al Bano e Michael Jackson furono i protagonisti di una delle dispute legali più assurde della storia della musica.

Tra le tante faide del mondo dello spettacolo ce n’è una che ancora oggi sembra assurda a chi ne sente parlare: la battaglia legale tra Al Bano e il compianto re del pop, Michael Jackson. Sembra assurdo anche solo pensare che due artisti di questo tipo possano essersi incontrati, figuriamoci credere che ci sia stata addirittura una disputa per plagio tra loro. Eppure, è esattamente così che andarono le cose: all’inizio degli anni ’90 Al Bano denunciò Michael Jackson per aver plagiato una delle sue canzoni.

La canzone in questione era “I Cigni di Balaka”, registrata insieme a Romina Power nel 1987. Tutto iniziò quando pochi anni dopo il figlio di Al Bano e Romina, Jari, si accorse della somiglianza tra “I Cigni di Balaka” e “Will You Be There”, una canzone di Michael Jackson contenuta nel suo iconico album “Dangerous”. Jari fece presente la sua osservazione ad Al Bano, che presto si convinse del fatto che Jackson avesse copiato una sua canzone. E decise di intentare un’azione legale ai danni del collega americano.

Una storia assurda con un finale ancora più improbabile

Voglio dire in anticipo che ho sempre considerato Michael Jackson un genio. Penso che uno dei suoi collaboratori gli abbia passato la mia melodia“, ha dichiarato Al Bano nei giorni in cui la questione divenne di dominio pubblico. Al Bano, nella denuncia, decise di chiedere un risarcimento di 17 miliardi di dollari, una cifra piuttosto alta, considerando anche che all’epoca la valuta italiana erano le lire.

la canzone di michael jackson non era plagiata da quella di albano
Alla fine della disputa, Al Bano fu costretto a pagare le spese legali (Foto Ansa) – velvetmusic.it

La vicenda ebbe una grande risonanza mediatica. A molti sembrava impossibile che, per quanto il duo Al Bano e Romina avesse successo all’estero, una canzone di quel tipo fosse arrivata alle orecchie di Michael Jackson. Ancora più assurda sembrava la possibile decisione di quest’ultimo di ricopiare la melodia del brano. Eppure, le somiglianze c’erano davvero e non era neanche così difficile individuarle.

Come risultato di tutto ciò, nel 1994 un tribunale italiano ordinò il ritiro della canzone di Jackson dal mercato italiano. La situazione ebbe una svolta pochi anni dopo, quando il 4 febbraio del 1997 Michael Jackson decise di presentarsi nell’aula di tribunale dove si svolgeva il processo a suo carico. Accompagnato da ben 15 avvocati, il re del pop si scusò anche per non aver potuto partecipare agli incontri precedenti.

In quell’occasione Jackson si dichiarò innocente e giudicò totalmente infondate le accuse del “Maestro Al Bano”, come lui stesso lo chiamò.

Pochi anni dopo arrivò l’ennesimo colpo di scena in questa bizzarra storia. Un tribunale milanese stabilì che nessuno dei due brani era originale: entrambi avevano probabilmente preso spunto per la melodia da “Bless You For Being an Angel”, una canzone del 1939 che non era coperta da copyright. La situazione si risolse quindi in un nulla di fatto, ma Al Bano fu costretto a pagare le spese legali.

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