Isley Brothers, scompare Rudolph, fondatore della band

Scompare Rudolph Isley, uno dei fondatori della leggendaria band americana Isley Brothers, famosissimi per il loro successo Shout

Lutto nella musica americana. Rudolph Isley, membro fondatore degli Isley Brothers, è morto a 84 anni. Indotto insieme alla band che aveva fondato insieme ai suoi fratelli quando erano poco più che ragazzini nella Rock and Roll Hall of Fame, Rudolph ha contribuito non solo come interprete e corista ma anche come autore di alcuni dei più grandi successi della band come Shout, That Lady e It’s Your Thing.

Isley Brothers, la dinastia del rythm and blues

Gli Isley Brothers sono state una delle prime band di grande successo nel panorama della black music a irrompere con la propria musica nelle radio e nelle classifiche non esclusivamente black. Shout in modo particolare fu un successo travolgente che, pubblicato nel 1959, ottenne un enorme riscontro anche a decine di anni di distanza grazie a numerose reinterpretazioni e alla storica presenza nella colonna sonora del film Animal House con John Beloushi.

Un ritmo sfrenato e festaiolo che ancora oggi a distanza di oltre sessant’anni dalla sua pubblicazione, riesce sempre ad animare le feste da ballo e i prom, i balli scolastici delle high school. Tra le band che ripropongono ancora oggi regolarmente Shout nel loro repertorio live ci sono i Green Day. Ma anche Celine Dion, Bruce Springsteen e Garth Brooks.

Il fratello schivo

Rudolph Isley, dei sei fratelli Isley, era probabilmente quello più schivo. Contribuiva in modo molto costruttivo alla musica, agli arrangiamenti e alla stesura di alcuni testi. Ma sul palco amava stare su un lato, concentrandosi unicamente in un ruolo da corista.

Ad annunciare la sua scomparsa il fratello minore, Ronald Isley: “Non ci sono parole per esprimere i miei sentimenti e l’amore che provo per mio fratello. Alla nostra famiglia mancherà. Ma so che è in un posto migliore”.

Gli Isley Brothers in una foto d'epoca degli Anni '60
Gli Isley Brothers in una foto d’epoca degli Anni ’60 – Credits Isley Brothers Official (VelvetMusic.it)

La morte lo avrebbe colto nel sonno: un malore improvviso. Rudolph Isley apparentemente non soffriva di particolari problemi di salute.

Gli Isley Brothers erano originariamente quattro. Rudolph, Ronald, Vernon e O’Kelly: quando si formarono ufficialmente a Cincinnati era il 1954. E Rudi aveva appena compiuto 15 anni. In realtà la band si esibiva da anni tra feste di piazza e balli scolastici. Dal 1954 iniziò un lungo periodo di successi e di registrazioni che durò per oltre trent’anni in un’attività che prosegue tutt’oggi Moltissime le esibizioni caratterizzate da coreografie molto spettacolari e curate ma anche da vestiti alla moda e stravaganti tra cappotti di pelliccia, cappelloni e bastoni da passeggio ingioiellati.

Successo e tragedie familiari

La vita degli Isley Brothers fu caratterizzata da grandi successi ma anche da alcune tragedie. Il fratello maggiore di Rudolph – Vernon – che risultava essere il cantante solista nelle prime esibizioni della band quando gli Isley erano poco più che bambini, morì drammaticamente: investito sulla sua bicicletta da un’auto.

A destra Rudolph, decano degli Isley Brothers
A destra Rudolph, decano degli Isley Brothers – Credits Isley Brothers Official (VelvetMusic.it)

A quel punto fu Ronald a diventare il cantante principale con Rudolph, il secondo di sei figli in una famiglia religiosissima nella quale ognuno dei componenti della band iniziò a cantare in chiesa, a fargli da spalla. Il gospel fu la loro primo grande passione: e al gospel tornarono nel 1996, quando la band era ormai ridotta a un duo, con un album religioso intitolato Shouting for Jesus: A Loud Joyful Noise.

Un album che ebbe un notevolissimo riscontro e che arrivò quarant’anni dopo il loro primo contratto discografico.

Gli aneddoti: Beatles e Jimi Hendrix

Non molti sanno che i Beatles devono proprio agli Isley Brothers il successo di uno dei loro brani più famosi, Twist and Shout. I fratelli la registrarono già come cover, il brano originale era di Bert Berns e Phil Medley, alcuni anni prima di quello registrato dai quattro di Liverpool nel 1963. E non molti sanno che per un breve periodo nel 1964, la band degli Isley Brothers comprendeva anche un giovane chitarrista di enorme talento. Si chiamava Jimmy James, ma in seguito tutti lo avrebbero conosciuto come Jimi Hendrix.
La loro popolarità restò ai vertici fino agli anni ’80 quando nel gruppo erano entrati i due fratelli più piccoli, Ernie e Marvin, insieme al cognato di Rudolph, Chris Jasper. Poi con la scomparsa di O’Kelly Isley, stroncato da un attacco cardiaco, l’attività artistica della band e in particolare di Rudolph che era legato molto profondamente a suo fratello, subì una brusca interruzione.

Nel 1989 Rudolph Isley si ritirò definitivamente dalle scene: ma salì insieme ai fratelli sul palco per l’induzione nella Hall of Fame del 1992 e nel 2004, quando il gruppo ricevette il premio alla carriera dei BET Awards.

Gli Isley Brothers hanno continuato a registrare soprattutto con Ronald ed Ernie: il loro album più recente, Make Me Say It Again, Girl risale allo scorso anno.

Gestione cookie