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Conversando con Raffaella Daino, la rocker che piace a Baglioni

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Che ci frega della scaramanzia? Il viola è il colore che accompagna spesso Raffaella Daino, una di quelle che va a fondo prima di partire: il suo sound ti porta da una parte e non ti lascia mai lì. Sonic Youth, Pj Harvey e una spruzzatina dei Pretenders, ecco a voi la band-progetto Pivirama. Da “Lost” ad “I love u”, fino al rock psichedelico di “SonicaMente”. Pezzo bello e fortunato: lo scorso maggio un mini tour britannico ha arricchito la carriera della front-girl siciliana. Claudio Baglioni – chi l’avrebbe mai detto – è rimasto impressionato da questa ragazza…

Sorprendimi, dimmi una canzone che facevi da ragazzina, una roba low profile che amavi canticchiare e strimpellare…

A 8 anni adoravo Miguel Bosè e canticchiavo Super super man o Bravi ragazzi. A 12 la Madonna di Like a Virgin. A 18 i Dire Straits di Brothers in arms. E poi è iniziata la “deriva seattliana” e l’amore per il grunge prima e poi per il post rock e il trip hop…

Un “rock avviluppante” ha detto Baglioni di te… Cosa hai provato quando hai letto quella mail, eravamo insieme ricordi?

Sei stato la prima persona con cui ho voluto condividere quel momento entusiasmante!! E’ stato un’enorme sorpresa, non pensavo che un big come Baglioni avrebbe risposto alla mail che gli avevo mandato, alcuni giorni dopo averlo conosciuto in occasione della rassegna “Lampedusa, Sùsiti”. Ha usato anche altri aggettivi per definire il mio nuovissimo brano e il video che lo accompagna, “SonicaMente”: lo ha definito ipnotico e suggestivo! mi ha fatto un enorme piacere, soprattutto da parte d’un monumento della musica (che, tra l’altro, appartiene ad un mondo lontanissimo dal mio!)

Cosa ha dato alla tua musica il tuo essere siciliana?

Oltre ad un indiscusso attaccamento alla terra che mi spinge a continuare a realizzare in Sicilia le mie produzioni, brani e video, anche vivendo fuori da parecchio tempo, direi che di sicilitudine c’è ben poco; uso prevalentemente la lingua inglese e poco l’italiano (e non ho mai cantato in dialetto) e quel poco che c’è è sicuramente rielaborato e trasformato dai suoni d’oltreoceano. Però posso dirti quello che gli altri vedono, qualcuno sente ad esempio un che di arabo nel mio modo di cantare…!

Hai suonato in Inghilterra!

Si!! una settimana “on the road” su un vecchissimo school-bus guidato dal nostro tour manager olandese Patrick Houtermans, che ci ha portato in giro in 5 città da nord a sud, dall’oceano alla foresta più interna, catapultandoci nel più folle, avventuroso ambiente anni ’70. E’ stato bellissimo e il pubblico della terra del rock ci ha accolto davvero bene: la gente beveva, ballava davanti al palco, e a fine serata ci chiedeva cd, foto e persino autografi! il rispetto e l’attenzione alla musica inedita che contraddistingue l’audience britannica è qualcosa che in Italia si dovrebbe imparare.

Sei mai salita sul palco senza chitarra? Ci sono artisti come te (o Joan baez, Carmen Consoli), che senza chitarra si sentono nude?

Mai senza. E si, forse succede quando l’approccio alla musica avviene con uno strumento prima che con la voce. Io ho iniziato prima a suonare la chitarra, e solo molti anni dopo a cantare. Se non suonassi sarei nuda, si. E lo dimostra anche il fatto che odio sentirmi definire una “cantante”. Preferirei “musicante” se non musicista…

Parlami dei talent, c’hai mai pensato e/o provato?

Da spettatore seguo sempre X-Factor, anche nella versione Usa, dove il talento è davvero strabiliante e la preparazione, la professionalità stupefacenti. Qualche volta in passato ho pensato di tentare, ma poi ho sempre lasciato perdere perchè credo che la dote essenziale per partecipare a un talent show sia quello da interprete, con la duttilità e la versatilità di chi sa cantare qualsiasi cosa. Io non ho mai fatto cover, ho sempre e solo suonato le cose che scrivo, e non so come potrei trovarmi ad interpretare canzoni che non mi appartengono.

Adesso da che parte vai?

Dopo aver realizzato l’obiettivo del mini tour britannico adesso sogno di andare dall’altra parte dell’oceano. Uno dei brani nuovi è stato scelto da Music For Occupy (il movimento newyorkese che sostiene Occupy Wall Street) per urlare la rabbia e la protesta contro le lobbies della finanza e la corruzione del sistema. E’ di buon auspicio, no?

(Ph. Kappa Fotografia)

(Ph. Margherita Mich PhotoArt)

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