Oggi come 19 anni fa: il ricordo di Kurt Cobain

Un io interiore tanto confuso quanto tormentato trasudava dalle parole delle sue canzoni. Kurt Cobain, leader dei Nirvana, band che ha segnato indelebilmente la storia della musica rock, si è tolto la vita il 5 aprile del 1994 sparandosi un colpo di fucile in testa. Un uscita di scena estrema, come estremo, nel bene e nel male, era tanto il suo modo di vivere quanto quello di esibirsi sul palco. Estrema come i gridi di insoddisfazione e disperazione che echeggiano nelle sonorità dei tre album dei Nirvana: “Bleach”, “Nevermind” e “In utero”.

Cobain non ha mai nascosto il suo malessere nel vivere la vita. Anche nel nome scelto per la sua band si coglie la voglia di trovare una pace, un equilibrio che forse non ha mai trovato nella sua breve esistenza. “Nirvana significa liberazione dal dolore e dalle sofferenze del mondo esterno e questo si avvicina al mio concetto di punk”, disse una volta Kurt.

La sua sofferenza e il suo odio dichiarato per il successo non impedirono a lui e ai Nirvana di diventare il simbolo di una generazione. “Smell like teen spirit”, una delle canzone più conosciute del gruppo, è stata identificata dai giovani degli anni ’90 come il loro urlo di ribellione. Uno sfogo che ognuno interpretava a suo modo, una rabbia personale o da scagliare verso una società logorata e sconfortante.

Teenage angst has paid off well, now I’m bored and old (la rabbia giovanile ha pagato bene, ora sono stanco e vecchio), cantava in “Serve the servants” canzone contenuta nell’ultimo album registrato dalla band di Seattle nel 1993. E così, a soli 27 anni, affetto da vari disturbi e dipendente da alcol e droga, decide di porre fine alle sofferenze di una vita.

“Io non provo più emozioni nell’ascoltare musica e nemmeno nel crearla”. Queste alcune parole scritte da Kurt Cobain nella lettera che accompagnava il suo suicidio. Che Kurt non abbia saputo reggere a quella che ai suoi occhi era forse un sconfitta troppo grande, non riuscire più ad emozionarsi con la passione della sua vita?

Paola Maugeri legge la lettera d’addio di Kurt Cobain

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