99 Posse aggrediti a Velletri da un gruppo di neofascisti

Una nota stonata è perdonabile, anzi, spesso è il sale della musica. In questo caso niente sconti, perché a sbagliare non è chi sta sopra un palcoscenico, ma chi giace sotto, la folla, il pubblico. In questo caso, un pubblico estraneo, per niente interessato alle canzoni. Parliamo di un episodio che mischia lo sconcerto a un concerto: teatro di tutto questo è “Il passo carrabile”, un pub di Velletri. Ricostruiamo i fatti: Zulù, cantante dei 99 Posse, sta per partire con il suo spettacolo, quando un gruppo di persone si avvicina a lui, con il chiaro intento di riempirlo di botte. Ecco la violenza, la nota stonata. La reazione è affidata a poche, ma amare parole: “Siamo stati aggrediti dai neofascisti” raccontano il frontman e un fonico della band in una nota stampa pubblicata oggi sulla pagina Facebook della band.

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La band non sporgerà denuncia

Ancora una volta la musica viene macchiata, intaccata, da episodi che nulla hanno a che vedere con il panorama delle sette note. Un concerto è occasione di festa, aggregazione, partecipazione. Invece è stata un’occasione persa. Leggere le parole dei 99 Posse su Facebook mette ansia e amareggia parecchio: “La pronta reazione e l’intervento della sicurezza del locale hanno fatto sì che gli aggressori si dessero rapidamente alla fuga, impedendo che l’episodio avesse conseguenze più gravi delle contusioni, dei tagli e delle abrasioni superficiali riportate dai nostri compagni, che hanno rifiutato di essere trasportati in ospedale“.

Erano in 20 contro due

La band militante ha composto canzoni come “Rigurgito antifascista“. Questo, uno dei motivi che certamente avranno potuta aizzare questa folla di scalmanati. Ma resta impossibile trovare una giustificazione. Atti deprecabili, fuori luogo. “Erano venti contro due, spiegano i 99 Posse, sempre su Facebook. “Purtroppo la serata non ha potuto avere luogo e ci scusiamo con i presenti che erano venuti ad assistere allo spettacolo“. Zulù e i suoi hanno ricevuto già la solidarietà virtuale di centinaia di fan. Era il minimo, ma il problema resta. E non è di poco conto.

(foto by facebook)

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