Sanremo 2015, Serena Brancale: “La musica non vi emoziona più? Ci penso io” [VIDEO]

Serena Brancale è una delle cantanti che ritroveremo tra le Nuove Proposte del 65esimo Festival di Sanremo (QUI la lista completa dei giovani in gara). Anche lei, come ci hanno confidato anche gli altri concorrenti Chanty e Enrico Nigiotti, si dice tranquilla, pronta ad affrontare il palco dell’Ariston con il massimo della serenità. Possibile che questo festival non faccia un po’ paura a nessuno dei suoi concorrenti più giovani?

Sembra di no, il che fa sperare di poter vedere, tra il 10 ed il 14 febbraio, perfromance all’insegna del divertimento e della buona musica, più che della competizione. Pugliese, nata a Bari il 4 maggio 1989, Serena si è dedicata allo studio di pianoforte e violino sin da bambina. Il suo pezzo sanremese è Galleggiare. Ecco cosa ci racconta a pochi giorni dall’inizio della kermesse.

Come ti senti? ormai ci siamo sul serio…
Mi sento…serena. Ho appena finito la prova dei vestiti, tutto è pronto e sono rilassata. Certo, è un periodo particolare della mia vita: ricevo telefonate, interviste, mi stanco tanto ma in linea generale sono tranquilla.

Come sono andate le prove sul palco?
Non immaginavo di avere a che fare con professionisti così disponibili dal lato umano, una cosa che ti permette di dare il meglio. Le prove mi hanno fatto sentire davvero felice.

Tu provieni da un percorso più “canonico”, non vieni da un talent, ti sei dedicata al jazz, non sei propriamente pop. Non hai paura che possa in qualche modo danneggiarti, un festival che privilegia la musica più “popolare”?
No, voglio mantenere lo spirito che ho sempre quando salgo sul palco: voglio divertirmi e far divertire. Riguardarmi, tra qualche tempo, e pensare: “Ero rilassata!”. Ho 25 anni, ma ho già fatto tanti concerti, che spero siano i primi di una lunga serie. Mi sto laureando in campo jazz e sì, ho provato a qualche talent ma non ce l’ho fatta, non c’è problema, sono tranquilla anche in questo senso.

Con te avrai accanto un gruppo di musicisti che sono anche amici però, non è vero?
Sì, una cosa che ho voluto fortemente. Mi ha meravigliato come mi sia stata lasciata voce in capitolo: ho potuto decidere come eseguire Galleggiare, ho potuto scegliere di portare sul palco con me i compagni di viaggio che mi hanno sempre sostenuto (Mimmo Campanale alla batteria, Peppe Fortunato alla tastiera e Luca Alemanno al contrabbasso n.d.r). Poi ho voluto Carolina Bubbico come arrangiatrice perché è l’amica di sempre, suoniamo insieme da anni e con lei condivido l’amore per la musica.

Aggiungiamo: Carolina tra l’altro sarà la quarta donna a salire sul podio dei direttori d’orchestra in 65 edizioni del festival, in un mondo dominato generalmente da colleghi uomini e dirigerà inoltre non solo l’amica Serena ma anche Il Volo, il trio in gara tra i Big.

Quali sono le reazioni degli amici e della famiglia a casa?
Mi vedono calma e lo sono davvero, anche se avverto un po’ di stanchezza: da quando ho saputo che ero dentro la vita è cambiata. La gente vuole sapere tutto ed è bello rispondere, ma se lo fai sempre rischi di perdere la voce! – Ride – La mia famiglia è molto discreta, tra l’altro ho provato ad entrare a X-Factor, in passato, ma non ce l’ho fatta, perciò anche loro sanno cosa vuol dire la delusione e rimangono con i piedi per terra.

Com’è nato Galleggiare?
E’ uno dei primi brani che ho scritto, parla d’amore ma ne parlo come se scrivessi un diario segreto, quindi è un testo molto intimo. Ma è anche è una metafora della vita: l’ho scritto a vent’anni e mi piace pensare a quel periodo in cui ero anche un po’ indecisa sul mio percorso artistico. Rimanere a galla, non prendere una decisione, rimanere in bilico…sono parole che non riguardano solo l’amore.

Parlaci dell’album omonimo.
E’ come se fosse il mio primo figlio! Doveva uscire 3 anni fa, raccoglie musica afro-americana, r&b, ballad, ma anche molto altro. E’ molto “colorato” e sono contenta perché mi piace la musica a 360 gradi, mi piace sperimentare. Uscirà durante Sanremo, il 12 febbraio. Per i concerti, invece, è ancora tutto da definire.

Ci sono artiste a cui ti sei ispirata?
Sopratutto cantanti americane, ma in adolescenza ho seguito anche molto De Crescenzo, Pino Daniele, Fabio Concato.

Cosa ti aspetti da Sanremo?
Spero che venga divulgato il disco, che piaccia. Spero di raccogliere giudizi costruttivi, non necessariamente positivi. Inoltre vorrei divertirmi, prendere questa esperienza come uno stimolo.

Come ti sei trovata con gli altri giovani, da quanto ci hanno raccontato anche gli altri cantanti in gara sembra esserci un bel clima.
Sì, non c’è competizione: tutti vogliono fare il proprio lavoro e non ci guardiamo con aria di sfida

Che musica ascolti?
Principalmente musica americana, r&b, soul…abbastanza “di nicchia”, comunque.

C’è un messaggio che vorresti mandare a chi ti vedrà al festival?
Più che altro faccio un augurio a me stessa: cantare Galleggiare con lo spirito di quando l’ho scritta. E’ una canzone che mi emoziona quando la canto e se riesco a emozionarmi io riesco a emozionare anche gli altri. Il vero cantautore ti tocca e ultimamente mi sembra che non ci riesca più nessuno. Serve anche un po’ di poesia, invece sento tanta musica radiofonica fine a se stessa. Quindi spero di sorridere sul palco, essere rilassata e cercare di essere capita e compresa quando racconterò alcune cose. Vorrei riuscire a toccare gli animi.

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