Le 10 canzoni più brutte del 2016: “vince” Justin Timberlake

Can’t Stop The Feeling di Justin Timberlake è la canzone più brutta del 2016? Il sito Time ha stilato la top ten dei brani meno belli dell’anno e al primo posto figura proprio la hit dell’artista. Di seguito trovate tutta la classifica: siete d’accordo o no?

Justin Timberlake non aveva rilasciato un singolo da circa tre anni quando ha tirato fuori questa ben poco ispirata ‘Canzone per l’estate’. L’insipida canzonetta orecchiabile sembra essere stata registrata per un film animato sui Troll e in effetti non ci stupiamo che sia proprio così. È praticamente impossibile metterla su a qualunque tipo di festa o ritrovo sociale tra amici senza che nessuno se ne spunti fuori prima di presto con la frase ‘Stacca la spina!’. Dimenticate il feeling e vi preghiamo, vi preghiamo, vi preghiamo, questa canzone”, questa la motivazione data dal sito Time (come riporta Optimagazine) per la “vittoria” di Justin Timberlake come canzone più brutta del 2016 per Can’t stop the feeling.

Il portale ha stilato una classifica con la top ten dei brani meno belli dell’anno e l’artista sembra aver trionfato su tutti. Siete d’accordo con questa lista?

  • 1. Can’t Stop the feeling, Justin Timberlake
  • 2. Mom, Meghan Trainor
  • 3. Team, Iggy Azalea
  • 4. Ghostbusters (I’m Not Afraid), Fall Out Boy & Missy Elliott
  • 5. Bad Things, Machine Gun Kelly
  • 6. I Took a pill in Ibiza, Mike Posner
  • 7. I Hate u, I love u, Gnash
  • 8. No, Meghan Trainor
  • 9. Private Show, Britney Spears
  • 10. 7 Years, Lukas Graham

Il brano più bello sembra essere invece Formation di Beyoncè: “Da dove iniziare con Formation? È un documento impenitente, specifico della femminilità nera in un paese alle prese con l’oppressione sistematica e razzista. È l’epilogo perfetto per Lemonade, il visual album che ha messo sotto lente il matrimonio di Beyoncé per l’lta drammaticità e rafforzato la padronanza completa della sua arte. È la base per un tour mondiale gigantesco. Forse si può partire da questo punto: è la più audace, la più strana canzone che abbia mai fatto, una sorta di marcia abbastanza robusta e potente da poter sopportare tutto quel peso culturale”.

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