La sfida è stata superata: ieri sera, 15 dicembre, Stromae ha replicato il successo ottenuto lo scorso Luglio all’Alcatraz di Milano. Stavolta il cantante è stato accolto al Mediolanum Forum da un pubblico di diecimila persone che il giorno dopo si sono ritrovate a commentare la serata attraverso i social network: “Più bel concerto mai visto, lo rivedrei subito“, “Ho visto un po di concerti quest’anno ma devo dire che questo è probabilmente il più bello” e l’hashtag #Stromae schizza alle stelle, così come la sua popolarità.
“Un visual bellissimo“, commenta ancora qualcuno. In effetti luci e proiezioni sparate su una scenografia minimal hanno contribuito a creare un ambiente suggestivo che si è adattato di volta in volta alle canzoni. Una città piovosa per la malinconica “Sommeil”, luci calde, poi, a richiamare tramonti africani mentre il cantante intona “Ave Cesaria”, il brano dedicato alla capoverdiana Cesaria Evora. Stromae che passa dagli occhi, oltre che dalle orecchie, visto che oltre a luci e proiezioni è sopratutto il giovane cantante a incantare il pubblico con il corpo, i costumi e con le sue mosse scenografiche (di nuovo ubriaco e ciondolante per “Formidable”, per esempio, come piace ai suoi fan).
Un meccanismo live che non si inceppa, quello messo in moto sul palco dalla popstar belga, che il 17 dicembre replica al Palalottomatica di Roma. Un meccanismo perfetto che coniuga hip hop e dance, chanson francese e pop ma anche dance anni ’90 e opera (con Bizet campionato per “Carmen”). E’ riuscito a far ballare il pubblico musiche con testi di cui forse non comprendono neanche il significato (vi abbiamo accennato la sua opinione sulla lingua usata nella musica), tutti uniti in quel melting pot da lui tanto agognato e realizzato anche grazie alla band che lo accompagna sul palco, composta da polistrumentisti di origini francesi, italiane, greche e giapponesi. Ora non rimane che aspettare la sua performance live a Roma, ma c’è da scommettere che dopo le date di Milano c’è da aspettarsi un bel tris di successi.
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