Muse, Matthew Bellamy: “Pagate tangenti per concerto di Roma”

A Roma abbiamo dovuto corrompere della gente con migliaia di euro solo per essere autorizzati a sparare i nostri fuochi d’artificio. Abbiamo dovuto chiamare l’ambasciata inglese e discutere con dei diplomatici…“. A parlare non è un artista di periferia, ma Matthew Bellamy, leader dei Muse. Tutto questo a meno di un mese di distanza dall’epocale concerto di Roma, Stadio Olimpico. Una serata ricca di effetti speciali, colorata da 60.000 anime in visibilio, accorse da ogni parte d’Italia per seguire dal vivo la band britannica. Era il 6 luglio e oggi le frasi di Matt suonano come un fulmine a ciel sereno, espressioni dure, raccolte da “The Sun” in una lunga intervista, ma da analizzare con estrema cura…

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Quando vuoi fare una cosa simile e sei lontano da casa è una cosa grossa. Molto costoso. A dirla tutta, è incredibile quanto sia costoso“. Bellamy non le manda a dire e rincara la dose. Buona notizia per il tabloid, capace ancora una volta di trovare uno scoop. Meno positivo il fatto che a farne le spese sia l’immagine di una città, dell’organizzazione di un evento che resterà per tanti anni come tra i più importanti della capitale (e di tutta Italia).

Riguardo i Muse e il loro passato, c’è da precisare che lo stadio di Coventry, in Inghilterra, prese fuoco durante le prove del live della stessa band. Nel caso specifico, vanno tenuti in grossa considerazione i rischi ecologici: questo, a causa della vicinanza della Riserva Naturale di Monte Mario, a ridosso dello Stadio Olimpico di Roma e, di conseguenza, a forte rischio di incendi.

Verso l’indagine?

Verificare le fonti, ci hanno insegnato. Verificare gli episodi, le dichiarazioni, i fatti. Regola aurea, di vita. Matt Bellamy dovrà essere più preciso, magari davanti a un giudice, perché un’indagine sarà, probabilmente, il prossimo passo: l’organizzazione del tour dei Muse rischia una brutta figura. Tutto per una frase: “Per usare i fuochi d’artificio abbiamo dovuto pagare“. Firmato Muse.

(foto by kikapress.com)

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