Paolo Bovi, l’ex tastierista e fondatore dei Modà, ha tentato di suicidarsi collegando una canna di gomma al tubo di scappamento della sua auto. L’uomo era ai domiciliari per presunti abusi su minori. A fare scattare l’allarme è stato il braccialetto elettronico, che aveva l’obbligo di indossare e di cui si era invece liberato. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Cassano d’Adda (Milano) che sono riusciti a salvarlo. L’uomo è stato portato in ospedale e poi in carcere per evasione.
Due mesi fa l’arresto e il comunicato dei Modà
Facciamo un passo indietro. Verso la metà di gennaio Paolo Bovi, che molti definivano ‘il sesto dei Modà’, venne arrestato con l’accusa di molestie sessuali su minori. Il fondatore ed ex tastierista della band milanese fu in seguito posto ai domiciliari dall’autorità giudiziaria. Immediata una nota stampa da parte degli stessi Modà, con parole chiare e decise: “Siamo agghiacciati alla sola idea che sia potuto succedere quello di cui non abbiamo mai avuto alcun sentore. Speriamo che la magistratura concluda presto le indagini e che il loro esito non sia terrificante come lo è il loro avvio“. Questo due mesi fa.
Paolo Bovi era (e resta) indiziato di avere molestato (i fatti risalgono al 2011) quattro ragazzini fra i 13 e i 16 anni. Dopo essere stato arrestato, l’uomo, residente nell’Hinterland Milanese, è stato posto ai domiciliari: l’autorità giudiziaria decise di applicare, per la prima volta, il braccialetto elettronico tra le misure. Proprio quel braccialetto ha fatto scattare l’allarme, permettendo ai carabinieri di Cassano D’Adda di condurre in salvataggio il malcapitato, portandolo, poi, in carcere.
Per i Modà, dunque, un periodo agrodolce: da una parte questa brutta vicenda, alla quale – si badi – sarebbe fuori luogo collegarli direttamente – dall’altra il grande successo del film “Amici come noi” (dove recitano una piccola parte) e la lunga vigilia della tournée italiana e internazionale che partirà a breve (QUI TUTTE LE INFO).
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