Katy Perry: la sua musica usata dalla polizia per calmare le proteste nelle Filippine

Katy Perry, con la sua musica, suscita reazioni decisamente contrastanti: c’è chi l’accusa di essere “satanica” e di portare i suoi giovani fan sulla strada della perdizione e chi, invece, usa la sua voce per placare gli animi. Dopo che il padre di Katy è stato costretto a difendere la figlia da chi l’ha accusata di essere una donna diabolica, infatti, la cantante è tornata al centro dell’attenzione mediatica dopo che una sua canzone è stata usata dalla polizia nelle Filippine per disperdere i manifestanti che stavano protestando, lo scorso 18 novembre, in occasione del summit Asia-Pacific Economic Cooperation’s (APEC).

Un incontro tra leader, insomma, con i cittadini pronti a far sentire la propria voce per attirare l’attenzione verso i problemi delle classi lavoratrici più povere. Davanti alla possibilità che la manifestazione potesse prendere una piega più violenta, la polizia locale ha optato per una strategia a dir poco insolita ed ha trasmesso ad alto volume una playlist di musica pop, aperta proprio dalle note di Roar, la hit di Katy Perry.

Una notizia che ha fatto il giro del mondo, riportata tra l’altro dalla ABC. A quanto sembra, alla canzone di Katy sarebbero seguiti i brani Sexy Bitch di David Guetta, Islands In The Stream di Dolly Parton e How Deep Is Your Love dei Bee Gees. Un portavoce della polizia di Manila, l’ispettore capo Kimberly Gonzales, secondo quanto riportato dalla ABC, ha spiegato che la musica è stata usata per evitare un’escalation di tensione.

“I filippini in generale amano la musica – ha spiegato la Gonzales – ed ha un effetto calmante su chiunque. Questo è il nostro massimo livello di tolleranza durante le proteste”. La donna ha sottolineato anche che questa scelta non era volta a banalizzare la faccenda: “Abbiamo capito la serietà della questione. Non volevamo insultare nessuno. A quanto sembra, infatti, le note avrebbero raggiunto in qualche modo l’obiettivo di calmare “le acque”, ma molti manifestanti si sarebbero sentiti frustrati da questo tentativo di metterli a tacere: “Vogliamo solo che venga ascoltata la nostra voce, avrebbe dichiarato un contadino 64enne, come riportato dalla ABC. Alcuni, però, non avrebbero nascosto il proprio amaro divertimento: “E’ stata solo una mossa maleducata e disperata, ha dichiarato ancora un contadino di riso di 54 anni, prima di lasciarsi andare ad un largo sorriso.

Foto: Twitter

Gestione cookie