È morto Harry Belafonte: portò la musica caraibica in tutto il mondo

Molto, molto prima che le radio portassero i ritmi caraibici popolari nei locali, Harry Belafonte spopolò con The Banana Boat Song e Jump in the Line

Il mondo era lontano e diviso. Le radio trasmettevano musica a seconda della loro estrazione geografica. Negli Stati Uniti c’erano emittenti che trasmettevano solo la musica dei bianchi, e altre che trasmettevano solo soul e blues.

La contaminazione in un mondo ancora dominato da segregazionismo e razzismo era una parola assolutamente impronunciabile. E le parole che oggi non si possono nemmeno pensare, anche quando non si vuole esprimere un concetto negativo, erano considerate normali.

Harry Belafonte, padre della world music

In tutto questo esplode in tutto il mondo un sound nuovo, bizzarro, del tutto inconsueto che sembra una sorta di rito catartico. È quello che porta quasi casualmente Harry Belafonte ai vertici delle classifiche internazionali. Siamo negli anni ’50. Il concetto di World Music sarebbe nato trent’anni dopo…

Belafonte, americano figlio di emigrati dalla Giamaica, diventa improvvisamente popolarissimo con The Banana Boat Song, un brano che sdogana un sinuoso calypso tra proposte che erano quasi esclusivamente tradizionali. Alto, bellissimo, ballerino straordinario, voce davvero di grande spessore, era quel che si dice un artista completo. Simpatico, divertente, sapeva intrattenere il pubblico come pochi altri ed è stato anche un ottimo attore.

Aveva 96 anni

Belafonte è morto oggi a 96 anni nella sua casa di Manhattan dopo a causa di una insufficienza cardiaca. Ha lavorato moltissimo per tutta la vita e solo negli ultimi due anni aveva rallentato le sue apparizioni a causa di una condizione di salute incerta. La sua vita negli ultimi trent’anni è stata quasi interamente dedicata a una instancabile battaglia per i diritti civili.

Belafonte fin dall’inizio dichiarò che la sua musica serviva a unire le genti, e a farle divertire. Molto prima che il segregazionismo scomparisse e dell’abolizione dell’apartheid è riuscito a far ballare tutto il mondo.

Famoso il suo deo-ooo di Banana Boat, diventato un tormentone preso a prestito molte volte dal cinema (The Mask, Beetlejuice) e reinterpretato da moltissimi cantanti di ogni parte del mondo. In Italia da Adriano Celentano. Ma ebbe successo con diverse altre canzoni come Matilda, Jamaica Farewell e Jump in the Line. Calypso del 1956 decreto il primo record delle statistiche discografiche: fu il primo album a vendere più di un milione di copie.

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Harry Belafonte con il Golden Heart ricevuto per il suo impegno sociale – Credits ANSA (Velvetmusic)

Una leggenda in campo umanitario

Sostenitore e amico personale di Martin Luther King Jr., fu uno degli oratori al suo funerale quando venne ucciso, Belafonte è stato un grande testimonial dell’abolizione dell’apartheid in Sud Africa oltre che ambasciatore dell’ONU per le politiche giovanili. Era tra le voci soliste di We Are the World (1985). Lo scorso anno è diventato il più anziano membro vivente della Rock and Roll Hall of Fame quando – molto tardivamente – è stato inserito nella categoria Early Influence.

Il tema di Banana Boat Song è in assoluto una delle canzoni più popolari del mondo, viene suonata negli stadi, ai matrimoni, nelle feste di piazza, all’asilo e nelle università. In questo Belafonte, come aveva promesso, ha davvero reso il mondo più piccolo e più unito.

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