Donatella Rettore: “Ho cantato quello che volevo. E oggi farei l’artista di strada” – INTERVISTA

Chiacchierata con Donatella Rettore che parla di musica, creatività e trasgressione

Una carriera artistica iniziata quando ancora frequentava le scuole superiori e decollata quando, giovanissima, affrontò con feroce determinazione le case discografiche che all’epoca stavano cercando sex-symbol, disimpegno e discodance. Mentre lei si presentava con canzoni impegnate.

Donatella Rettore all’università

Donatella Rettore per una volta è costretta a farsi chiamare con il nome di battesimo che da tempo vorrebbe cancellato da dischi e produzioni. Lo vuole il rigido protocollo dell’Università che la veste con toga e tocco (il caratteristico cappello dei neo-laureati). E Rettore lo ha rispettato nella premiazione del Master MARAC dello IULM, ricevuto honoris causa per meriti legati alla produzione di testi e canzoni.

Una bella soddisfazione per una donna che si è realizzata anticipando i tempi: “Quando ho finito gli studi i miei avrebbero voluto la laurea, dovevo essere l’unica in famiglia a fare l’università visto che mi ero diplomata con il massimo dei voti al linguistico. Ma non era cosa. Ho preferito la musica”.

Imparando altre cose, e insegnandone molte: “Ho imparato a gestire ed educare una voce molto potente, a confrontarmi con autori e produttori, a limare il mio stile di scrittura che era troppo ridondante ed esteso ma soprattutto a esprimermi. Non ho mai avuto paura di espormi, il coraggio non mi è mai mancato. Ma un conto è mettersi sempre in discussione, un altro è avere ragione”.

Il primo singolo a Sanremo

La sua prima presenza a Sanremo con Carmela è molto lontana da quello che avrebbe prodotto dopo: “Era una canzone politica, forse il primo testo davvero femminista che portai su un palco. Ma non era questione di femminismo, si trattava di spiegare che una donna poteva essere assolutamente quello che voleva, senza compromessi. Carmela era una rivoluzionaria, una partigiana spagnola”.

Era anche il periodo in cui Rettore ha riempito la valigia e ha cominciato a viaggiare portando molto di quello che ha visto in un mondo che declinava verso punk e rock alternativo: “Ho viaggiato molto e l’ho fatto con curiosità, guardando gli stili, i vestiti, l’espressione. Ho rielaborato tutto quello che ho visto e l’ho fatto mio. Il mondo è sempre fonte di ispirazione se lo osservi con attenzione lasciandoti sorprendere”.

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Rettore… con un diploma – Foto Benzi (Velvetmusic)

Trasgressione e tradizione

Da Splendido Splendente, a Kobra, a Lamette… testi trasgressivi ancora più che sorprendenti: “Ho affrontato argomenti che all’epoca potevano essere anche un tabù. La determinazione di genere, il concetto di evoluzione e trasformazione di un individuo. Ho usato l’ironia e spesso le mie canzoni hanno fatto discutere sollevando anche parecchie polemiche. Alcuni dicevano che non mi avrebbero mai preso sul serio. E invece determinati argomenti sono stati presi pure troppo sul serio…”

Però in un’occasione è stata lei a chiedere di cambiare il testo di una sua canzone: “Era ‘Amore Stella’, il testo – che non era mio – diceva ‘io sono niente nullità’. Non l’avrei mai scritto e non l’avrei mai fatto cantare a una donna. Ma il testo era quello e non si poteva cambiare. Lo interpretai, per una volta senza essere completamente convinta di quella riga particolare…”

Donatella Rettore:“Oggi farei l’artista di strada”

Oggi, nell’epoca del politically correct a tutti i costi, chissà se tanta libertà di espressione le sarebbe ancora concessa: “Posso dire di essermi sempre presa la libertà di fare quello che volevo e che mi piaceva e di non essermi mai tirata indietro di fronte alle sfide. Ma se oggi fossi costretta a fare i conti con le decisioni di altri, mi terrei stretta la mia libertà. Forse farei l’artista di strada…”

Rettore sta lavorando a un nuovo disco al quale collaborerà di nuovo con Dito Nella Piaga, con lei lo scorso anno a Sanremo in Chimica: “Ragazza splendida… e dire che tutti pretendevano che litigassimo. E invece siamo sempre andate d’accordo, divertendoci. Adoro collaborare con i giovani, l’importante è che abbiano le idee e una gran voce. Margherita ha entrambe le cose. Faremo altre cose insieme”.

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