Travis Scott, un mare di giovanissimi per un’ora di show

Tantissima gente per un concerto forse un po’ troppo stringato, ma Travis Scott conquista Milano sotto la pioggia all’Ippodromo

Era sicuramente lecito attendersi qualcosa di più da un personaggio di calibro come Travis Scott, soprattutto di fronte a una folla come raramente si è vista a Milano per un evento dal vivo. Gli organizzatori dicono 80mila… Forse sono stati più generosi loro del rapper americano che sicuramente mette insieme un pubblico da record per gli standard milanesi.

Travis Scott, sold out a Milano

Sotto un cielo pesante che riserva anche parecchia pioggia – l’unica cosa positiva è che tutto sommato il fango è molto meglio della pessima polvere che si alza dal terreno quando l’ippodromo è secco e sotto il caldo estivo – Travis Scott offre uno spettacolo nel quale ogni colpo è una esplosione e tutto è destinato a essere clamoroso. Anche se lo show si riduce a un set molto essenziale, ad alcune canzoni portanti appena accennate e a poco più di un’ora di spettacolo. Tutto sommato troppo poco. Sia per il prezzo del biglietto (non meno di 80 euro) che per le aspettative di così tanta gente che uno show del genere in Italia lo vedrà di rado.

Pubblico davvero pronto a tutto. Arrivano con larghissimo anticipo. E chi da lontano invidia le persone che hanno conquistato un posto nel pit più vicino al palco, a un certo punto si stanca di stare fuori dalla festa privata. E quindi sono in tantissimi a forzare il cordone della sicurezza e a entrare nel golden pit.

Sbrindellati, più sudati che bagnati di pioggia in un movimento a tratti davvero affascinante che ha un che di catartico. Si vede di tutto. Pogo, circle, diving, persino qualche accenno di slam dance. Ma più ci si allontana dal palco e più tutto assume il contorno di una festa nel quale la gente vuole divertirsi più che sfogarsi.

Travis Scott esagera, ma anche il pubblico vuole esagerare. E qualcuno esce dal pit alla fine del concerto con i segni di un’autentica battaglia cercando disperatamente portafoglio o telefonino, persi nel marasma. Quando la gente se ne va dal campo di battaglia dall’erba bagnata riemerge di tutto: zaini, maglioni, felpe, marsupi… persino alcuni palloni e un bikini. Sarà mica uscita nuda…?

Un uomo solo sul palco

Chi pensava che il drammatico incidente avvenuto lo scorso anno ad Astroworld, nove vittime tra gli spetttatori, per le quali Travis Scott è finito anche sotto inchiesta (e prosciolto) potesse in qualche modo limitare l’energia del rapper di Houston, è stato smentito dai fatti.

Live intensissimo in una scaletta che diventa un crepitio di successi gettati in pasto alla folla. Fantastica Butterfly Effect, dirompente The Scotts così come Beibs in the trap. Ma è nel finale affidato a Sicko Mode, Ring Ring e Goosebumps. Aye si ripropone con generosità e almeno tre riprese, numerose le cover (Kanye West, Metro Boomin, Chase B, SZA) che la gente non solo conosce ma invoca a gran voce. Pensare a uno scenario del genere in Italia per un rapper, anche solo una decina di anni fa, era assolutamente impossibile. I social lo hanno imposto quanto MTV venti anni fa non avrebbe mai potuto fare,…

La scena è completamente affidata a lui, dominante, dissacrante e decisamente in gran forma. Travis Scott esprime tutta la fisicità del rap, la sua forza maschile a volte un po’ brutale che si scatena in uno scambio di energia continuo.

Il palco è praticamente vuoto. Un po’ statico e meno efficace il segmento centrale, alla quarta ripresa di Aye francamente se ne avrebbe anche abbastanza ma l’uscita di Travis Scott è da performer di razza, tra getti di vapore e fiammate. Ma senza americanate.

Unica concessione al pubblico è una mano tesa verso il pit a raccogliere un ragazzino che balla e salta con lui sul palco per un paio di minuti prima di andarsene con le sue scarpe originali: valore 500 dollari. Difficilmente le venderà su E-Bay. Sono un reperto di un evento comunque storico.

Travis Scott
Travis Scott, vero nome Jacques Webster, prosciolto dalle accuse – Credit ANSA (velvetusic.it)

Il nostro parere

Dal punto di vista artistico Travis Scott ha un ampio margine di miglioramento: le sue rime non sono quelle di Eazy E, non vuole e non potrebbe essere elegante e sofisticato come i De La Soul o i Cypress Hill. Non gli interessa fare booking come Jay-Z o Timbaland. Ed Eminem è francamente su un altro livello rispetto a chiunque sia arrivato dopo. Ma l’impressione è che possa fare meglio e di più per diventare una proposta che possa essere anche adeguata alle aspettative di chi da tempo al rap chiede un artista e non solo un fenomeno di marketing.

La scaletta di Travis Scott

Aye
Highest in the Room
Butterfly Effect
The Scotts
Stargazing
Carosuel
Mamacita
No Bystanders
Praise God (Kanye West cover)
Upper Echelon
Lost Forever
Mafia
Raindrops (Insane) (Metro Boomin cover)
Trance (Metro Boomin cover)
90210
Love Galore (SZA cover)
Beibs in the Trap
Gatti
Antidote
Aye – reprise
Sicko Mde
Ring Ring (Chase B cover)
Goosebumps

Impostazioni privacy