Cosa accade al nostro cervello quando suoniamo uno strumento musicale: perché tutti dovremmo iniziare

Suonare uno strumento ha degli effetti incredibili sul cervello umano: di che si tratta? Cosa sapere a riguardo

Allenare il cervello è sempre importante, perché significa di fatto mantenerlo giovane. Per riuscirci ci sono strategie molto diverse, esercizi, quiz, come sappiamo bene. Ovviamente, anche stile di vita, alimentazione e simili rivestono un ruolo importante. Da non dimenticare, però, pare esserci anche il suono. Come la musica e suonare uno strumento, può darci una mano?

La musica svolge un ruolo speciale nelle nostre vite. Ci accompagna nei momenti importanti, è un modo per rilassarci, svagare. L’allenamento musicale, inoltre, pare avere effetti benefici sulla mente.

Cervello e strumenti: cosa fa la musica

Imparare a suonare fa bene tanto agli adulti quanto ai bambini e addirittura sembrano esserci dei risvolti molto positivi per coloro che hanno subito dei traumi. La musica infatti è molto potente e riesce a fare ciò che normalmente la mente da sola potrebbe non riuscire, anche dal punto di vista emotivo. Certo, imparare a suonare uno strumento non è una passeggiata, può essere una cosa veramente difficile che però coinvolge molte parti del corpo come le orecchie, il tatto, la vista, quindi non è importante solo per l’udito.

Musica e Cervello
Gli effetti della musica sul cervello (velvetmusic.it)

Secondo le ricerche in materia i professionisti hanno determinato un cambiamento di vita per coloro che suonano uno strumento con una modifica effettiva alla struttura cerebrale per i musicisti. In particolare ci sarebbero riscontri per il corpo calloso, un fascio di fibre nervose che si occupa di collegare due aree differenti del cervello. E che, in coloro che suonano, appare visibilmente più sviluppato. Anche per le aree che sono coinvolte nel movimento, nelle varie abilità e nell’udito ci sono dei cambiamenti, molto dipende anche dal tipo di strumento che si suona.

Guardando alle specificità infatti per i violinisti, ad esempio, andrebbe a svilupparsi un’area che è prettamente legata all’elaborazione delle sensazioni tattili della mano. Altri studi, invece, avrebbero dimostrato che i bambini impiegano solo 14 mesi per avere una padronanza degna di nota dal punto di vista delle ripercussioni sulle abilità.

La musica in generale permetterebbe di aumentare il volume della materia grigia in varie parti del cervello. E questo rafforzerebbe le connessioni delle aree tra loro. Andando, così, a migliorare la memoria, l’invecchiamento, l’alfabetizzazione. Chi inizia a suonare da giovane non solo noterà prima i cambiamenti ma otterrà un effetto duraturo per tutta la vita.

In particolare si sarebbe notato un recupero molto più rapido rispetto al decadimento che viene causato dal passare del tempo. Queste persone risponderebbero meglio alla riabilitazione dopo danni o malattie come ictus e demenza. La musica raggiunge ogni parte del cervello e soprattutto determina anche un generale rilassamento per questo è importante e andrebbe praticata ad ogni età.

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