Canzoni e politica, alcuni casi italiani molto singolari

Il rapporto tra le canzoni e la politica non riguarda solo il mercato americano, o la corsa alla Casa Bianca: anche in Italia ci sono casi che fanno discutere

Gli ultimi casi che riguardano la corsa alla Casa Bianca, con la recente diffida di Eminem rivolta a un candidato che stava utilizzando la sua musica e rappando i suoi testi durante i comizi, portano all’attenzione anche alcuni casi italiani, non meno clamorosi.

Una immagine di archivio di De André
Una immagine di archivio di De André – Credits ANSA (VelvetMusic.it)

Anche nel nostro paese ci sono state polemiche e controversie legate all’utilizzo di alcune canzoni in qualche caso concesse, in altri negate.

Canzoni e politica, il caso Gaber

Inevitabile che nel mirino di potenziali candidati a un ruolo politico e istituzionale finiscano canzoni e autori che hanno fatto dell’impegno sociale uno dei propri credo.

Tra questi Giorgio Gaber che molto spesso ha messo il mondo politico alla berlina con le sue canzoni. Basti pensare alla celeberrima Destra Sinistra, salvo poi diventarne punto di riferimento con alcuni dei suoi testi più riusciti. La Libertà, per esempio, che è diventata una canzone oggetto del desiderio sia a destra che a sinistra. Nonostante Gaber sia considerato da sempre molto vicino al mondo progressista alcune delle sue canzoni, spesso, sono state oggetto di approfondimento da parte di esponenti che sembrano avere ben poco in comune con lui. Come ad esempio Salvini e Giorgia Meloni.

De André al karaoke

Salvini che, peraltro, non ha mai fatto mistero di avere una sconfinata ammirazione per Fabrizio De André, citandolo molto spesso nei suoi comizi a volte aperti dai grandi classici dell’indimenticabile cantautore genovese. Cosa che, per esempio non ha particolarmente fatto piacere a Cristiano, il figlio di De Andrè, che pur senza diffidare mai Salvini lo ha spesso criticato pubblicamente e sui social. Famosa la sua frase pronunciata due anni fa…. “Se Salvini apprezza le canzoni di papà è perché probabilmente non le ha capite”.

Giorgio Gaber, scomparso venti anni fa
Giorgio Gaber, scomparso venti anni fa – Credits ANSA (VelvetMusic.it)

Uno dei casi social della scorsa estate è stata proprio l’esecuzione di uno dei classici di De André, La Canzone di Marinella, cantata al karaoke da Salvini e Meloni in occasione del 50esimo compleanno del leader leghista. In questo caso le critiche sono state unanimi.

Rino Gaetano, cielo blu e Nuntereggae più

Ci sono molti altri casi clamorosi. Come quello di Rino Gaetano, sdoganato a più riprese dalla politica nonostante le sue simpatie anarchiche, più a sinistra della sinistra. Quando un paio di sue canzoni sono state utilizzate nel corso di alcuni comizi dei Fratelli d’Italia i suoi familiari hanno protestato.

Altro caso significativo la scelta di qualche anno dell’allora PDS di suonare La Canzone Popolare di Ivano Fossati prima dei propri comizi. Il cantautore diede il permesso… “Va bene ma non esagerate…” disse con la sua solita battuta schiva e ironica.

In tempi più recenti si è sentito davvero di tutto e di più. In Piazza del Popolo durante l’ultimo comizio dello scorso anno della coalizione di destra sono risuonate Su di noi, a Il Cielo è sempre più blu di Gaetano – da cui le proteste dei familiari del cantautore calabrese.

Canzoni e Politica: da Ciao Ciao a Patti Smith

Quando la Lega lo scorso anno ha utilizzato Ciao Ciao, grande successo dell’edizione di Sanremo del 2022, i due portavoce dei La Rappresentante di Lista – Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina – sono andati su tutte le furie rivolgendosi personalmente a Salvini definito con un tweet durissimo dal titolo becero abusatore di hit. Con la capacità che solo i politici hanno di girare la questione Salvini rispose: ma senza scusarsi… “#ciaociao mi piace parecchio”.

La Rappresentante di Lista a Sanremo
La Rappresentante di Lista a Sanremo – Credits ANSA (VelvetMusic.it)

Il PD quest’anno ha cambiato parecchie canzoni puntando sulla tradizione, e dunque sulla sempreverde Bella Ciao, ma anche su Live is Life dei tedeschi Opus che non si sa se abbiano apprezzato o meno la citazione. E su People Have the Power opera d’arte griffata da Patti Smith che tempo fa dell’utilizzo strumentale e politico della sua canzone aveva detto… “l’arte è arte, ognuno può usarne e abusarne. Ma perché sfruttare una canzone che dice che la politica non serve se la gente sa fare il suo mestiere e rappresentarsi?”

La musica cita la politica

Oltre a Gaetano, che in Nuntereggae Più citava i politici della prima repubblica, ci sono anche gli Articolo 31. La cui Ohi Maria venne censurata in periodo di par conditio per la sua citazione su Marco Pannella. Le radio non la potevano suonare in periodo elettorale…

Franco Battiato, ha scritto Povera Patria
Franco Battiato, ha scritto Povera Patria – Credits ANSA (VelvetMusic.it)

C’è poi il caso di Battiato, che accolse con poca soddisfazione la notizia che la sua Centro di Gravità Permanente fosse finita come colonna sonora di alcuni comizi: “Strano che non suonino Povera Patria…” disse, con memorabile tempismo.

La forma più impressionante dell’evoluzione della politica spinge tuttavia in questi ultimi anni soprattutto sui social. Tutte le canzoni che su TikTok diventano challenge o che su Instagram finiscono per diventare un reel sono destinate anch’esse a essere saccheggiate dalle citazioni politiche. Con polemiche e distinzioni.

Perché gli artisti continuano a rivendicare la proprietà intellettuale delle loro creazioni, e chiedono con grande forza una legge che non sia tanto tutela economica dei propri brani. Ma tutela culturale. E dunque avere l’ultima parola su come e dove un brano viene proposto per evitare che questo sia del tutto decontestualizzato.

La cosa curiosamente sembra valere per la pubblicità: i brani che diventano spot devono essere diffusi dietro consenso e retribuzione. Ma non per la politica. Che si chiama fuori e sostiene che l’utilizzo di canzoni e testi sia in realtà un omaggio… Comodo…

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